Sì, questa è la morte: Tereza dorme, fa sogni terribili e lui non può risvegliarla.
Il mondo onirico fluttua perennemente tra le mie pagine.
Questo è il mio tempo: quello del sonno turbato, mesto, sudato e insaziabile.
Tereza è una donna consapevole ma non per questo meno triste. Tereza convive con la sua controparte tutti i giorni, la accetta, la ama e stringe i pugni.
Tereza non ama la notte poiché il suo vaso di Pandora viene rovesciato: nel sonno le peggiori fantasie e i più orridi scenari le si propongono come fotogrammi di una sala da cinema mai chiusa. Tereza urla strepita scalcia e continua a dormire.
Questo è il mio tempo, il tempo di Tereza: faccio sogni terribili e non vengo svegliata.
Annaspo nella memoria inconscia e nessun appiglio resiste alla mia mano pesante.
Un flusso infinito circola sotto le mie palpebre e niente spezza questa catena che segna le mie caviglie con lividi opachi.
Tutto ciò che si sussegue nella mia vita è già passato per le mie meningi: ciò che tu ora mi dici, io l’ho già sognato tremante.
L’insostenibile leggerezza del mio orribile sonno cosciente.