Il terzo principio della dinamica

Uscire in mare è molto semplice.
Bisogna equipaggiarsi con i giusti compagni: maschera, boccaglio, pinne.
Servono poche cose e se l’acqua limpida diventa tua amica schiude sotto di sé incredibili meraviglie. Stare a galla nell’alta acqua salata diventa immediato anche per i più inesperti se una leggera corrente ti permette di mantenere il giusto assetto, mentre pinneggi tra un’insenatura e l’altra.
Ciò che mi affascina del nuoto è il principio di cooperazione con l’acqua: Quando il nuotatore esercita una spinta all’indietro, ne risulta una forza che lo spinge avanti.
Se il nuotatore, però, sbaglia la spinta dell’acqua, essa genera una flusso gemello nella direzione scorretta. Energia persa.
Ciò che pareva inizialmente molto semplice si scioglie sotto il terzo principio della dinamica, ed è con grande attenzione che bisogna calcolare ogni bracciata.
Il colore dei piccoli pesci tra le rocce perde la sua vividezza se ci si concentra su come spendere solo energia giusta, senza perdere tempo e forze alla fine di una lunga traversata.

Quando sono immersa nel tuo grande mare scuro, sola e avulsa da ogni rumore, spesso mi chiedo come calcolare il mio movimento senza fare un’enorme fatica per spostarmi solo di qualche centimetro. Cerco di pianificare tutto al meglio, ma finisco per imbattermi ogni volta in qualche riccio di mare. Il trittico di strumenti del nuotatore non basta più, e non mi rimane altro che restare a galla sul dorso, facendo il morto, per prendere fiato e pensare.
A volte penso così tanto che non mi accorgo che l’acqua che amo è la stessa che mi corrode la pelle.

Ci incontreremo forse a metà strada

Mi ricorderò solo cose belle
Se un giorno per caso ti verrò a cercare
Se un giorno per caso sarò davanti ad una finestra
E respirerò a pieni polmoni l’aria di una casa che era nostra
Che lo è ancora
Mi ricorderò solo il buono
Non di quanto tempo non abbiamo
Non di quanto ormai sia andato
Perché ti verrò a cercare, già lo so,
E tu ancora una volta mi dirai di andare piano
Di non correre tra i ricordi
Che basta un attimo per mandare tutto in fumo
Mi ricorderò che il mondo è mio da quando sono nata, che tu n’eri già certa
e a me servirà tempo per crederti
Che la vita è piena di gradini rotti
Ma di così bello esiste solo lei
T’immagino incazzata nera
ché non eri mica pronta
e i piatti da lavare non ce li volevi lasciare
Mi ricorderò che i pomodori il sugo se lo fanno da soli, non s’aggiunge niente
Che nel budino vanno tante uova
E il ragù bolle così lento che neanche te ne accorgi
E se il potere delle parole me l’hai insegnato tu
Le mie arriveranno fino al tuo binario
Comporrò un mazzo con quelle che non riesco a dire
E te lo metterò in grembo
Peseranno meno sul mio cuore
La prima che mi prende in braccio e la prima a salutarmi
Quando ancora ho tutto da fare e da decidere
Lo sai che vorrei andar lontano
Dicevi di aspettare ancora un po’
Se a partire adesso siamo in due
Ti dico ancora
Fai la brava, vai piano, usa la testa, torna presto.
Io farò lo stesso.