L’amore s’adatta, si plasma.
Vive in cattività come se nulla fosse, viaggia e trasloca, e qui a Buenos Aires diventa amore urbano.
Cerca spazio, allunga le braccia, rompe la crisalide e riesce a trovare il suo posto in due ragazzi seduti davanti all’ingresso di una casa che sicuramente non può essere la loro, al buio della sera, con un sacchetto di empanadas d’asporto.
Hanno fame e stanno cosí, a 20 anni o poco piú, buttati per strada ad imboccarsi a vicenda.
L’amore urbano.
Qui è diverso dalle altre città, è più povero, più sporco, più umile.
É magro, ha graffi sul viso e i polsi molto fragili.
Io passo, veloce come si cammina la sera quando si é da soli, ma loro neanche se ne accorgono: ridono e si puliscono dalle briciole.
Un autobus che suona il clacson, un padrone e un cane a passeggio, solo i kioscos aperti e qualche faro acceso di macchine vecchie.
Io li guardo e mi sembra davvero impossibile immaginarmi questi due ragazzi in un altro posto nel mondo diverso da quei due loro gradini.
L’amore urbano.